Sono volontaria da molti anni, ma la mia conoscenza di Intercultura risale ai tempi della scuola quando la mia amica Cristina è partita per un programma AFS annuale negli U.S.A. e io……… non ho avuto il coraggio di seguirla.
Nel 1996 Intercultura è entrata ufficialmente nella nostra famiglia e non è più uscita, anzi continua con mia figlia, che vive in Francia, ed è assistente dei ragazzi italiani ospiti con AFS ad Angers.
Nel 1996 a casa nostra è arrivata Belinda dall’Australia per due mesi, poi Stefania dall’Islanda e Sugen dalla Cina per programmi annuali, Solvej dall’Islanda per un paio di mesi, mia figlia è partita per la Svizzera per un programma trimestrale, poi sono passati, e ancora occasionalmente passano, tanti studenti stranieri per brevi ospitalità.
Con alcuni siamo riusciti a tenere i contatti, altri rimangono nel ricordo.
Adesso sono nonna di due affettuose e affezionate adolescenti islandesi che vivono Copenaghen e tra poco nascerà un’altra nipotina islandese a Reykjavík.
Alla fine degli anni novanta il centro locale di Ivrea è cresciuto con l’arrivo di nuovi volontari: nel 1997 eravamo una decina di volontari e dopo pochi anni in 30, nel tempo i volontari sono aumentati e il centro locale ha, con entusiasmo e passione, accolto ragazzi che arrivavano timidi e impauriti e dopo un anno ci lasciavano sicuri di se e più consapevoli delle loro capacità.
Ho accompagnato i ragazzi partiti per il mondo, ho realizzato progetti educativi sul territorio.
Sono stata responsabile ospitalità per alcuni anni a partire dal 1997 e in seguito assistente di alcuni ragazzi/e ospiti.
A partire dall’anno 2000, grazie ad un’idea di Renata Gallo, la prima presidente del centro locale di Ivrea, con un gruppo di volontari abbiamo organizzato il Progetto Concorso Fotografico “Così vedo l’Italia” riservato a tutti agli studenti stranieri partecipanti ai programmi di ospitalità di Intercultura in Italia. Si tratta di un invito ai ragazzi/e a cogliere con uno scatto gli aspetti della vita quotidiana in Italia, le abitudini, il cibo, le tradizioni, i paesaggi.
L e migliori fotografie, scelte da una giuria composta da fotografi professionisti, giornalisti, rappresentanti di Intercultura ogni anno sono state esposte in locali di Ivrea, nelle vetrine dei negozi della città, in biblioteche dei paesi vicini.
La mia attività di volontaria da allora, e ancora oggi, è indirizzata soprattutto alla organizzazione del progetto Concorso Fotografico, un impegno che richiede alcuni mesi di lavoro per la preparazione e una intensa attività nei giorni della premiazione dei vincitori/vincitrici che hanno come premio un soggiorno ad Ivrea per 5 giorni, ospiti presso famiglie, nel mese di maggio.
La premiazione dei vincitori alla presenza del Sindaco di Ivrea è stata anche una opportunità per creare rapporti di collaborazione con gli amministratori comunali che si sono succeduti in questi anni.
Ho incontrato più di 200 studenti, in maggioranza ragazze, che ci hanno consegnato splendide foto con un commento che spiega la scelta del soggetto fotografato.
La loro presenza è stata anche un’occasione per noi volontari di trasmettere la storia del nostro territorio, l’importanza della tutela che ognuno di noi deve avere per l’ambiente in cui ha scelto di vivere. Insieme a loro ho visitato Castelli, siti storici, la sede di un quotidiano, con loro abbiamo portato un po’ di internazionalità nelle scuole di Ivrea e dintorni suscitando la curiosità dei ragazzi.
Il centro locale ha collaborato con il Liceo Gramsci nel 2017 al progetto Alternanza scuola lavoro sul tema Dialogo e convivenza interculturale.
Il progetto comprendeva anche la collaborazione dei liceali alla organizzazione del concorso fotografico e alcune foto sono state utilizzate per una riflessione sull’identità italiana e su come gli stranieri vedono l’Italia.
D allo scorso anno il centro locale ha inserito nelle attività la conoscenza del Patrimonio Unesco di Ivrea, i ragazzi/e vincitori hanno visitato i siti, l’Archivio storico e poi hanno potuto sperimentare come usare una macchina da scrivere, vetusto oggetto sconosciuto quasi a tutti.
Un centro locale di Intercultura ha come base uno staff di 5 persone, un presidente e 4 membri con ruoli definiti, che ha l’obiettivo di realizzare il progetto educativo dell’Associazione Intercultura, ma quando “ numeri” lo consentono si può essere volontari anche in altro modo, prima come supporto e integrazione allo staff e poi, come ho scelto io, partecipare e lavorare nei gruppi che realizzano i progetti educativi ideati dal centro locale.
Una esperienza che mi mantiene a contatto con i giovani e ogni anno questi incontri mi consentono di rimanere “collegata” con il mondo con culture, abitudini, valori e coltivare il sogno che, se ci si conosce, possiamo superare i conflitti.