Cara gente di Ivrea ed il Canavese:
Voglio domandarvi qualcosa. Perchè vogliamo fare uno scambio scolastico all’estero?
Perché sarebbe divertente? perché farà vedere che abbiamo una classe sociale alta?
Tutti avranno delle sue idee per cui decidono di andare all’estero. Nel mio caso è stato un miracolo. Io vengo di una famiglia di classe media e da una città a 13 km della capitale di Paraguay. Non ho mai avuto troppi soldi nella mia vita e nè adesso che già lavoro e ho il mio stipendio.
Ho avuto l’opportunità di viaggiare in Italia grazie alla mia famiglia che sempre ha creduto in me e che sperava che io potessi imparare molto di questo, non soltanto la lingua (Io già parlavo italiano prima di andare in Italia in un livello basico, cioè non era la lingua quello che cercavo) Io volevo vedere con i miei occhi il mondo.
Non ho mai lasciato il mio paese per tanto tempo, avevo paura ma anche ero ansioso di conoscere l’Italia.
Mi arrivò una lettera dove diceva che sarei andato in un paesino chiamato Strambino. Non ho sentito mai su questo paesino. Ma ricordo che dell’emozione non aspettai a telefonare a la mia famiglia ospitante. Ricordo molto bene quando il “pronto” di mio padre italiano Claudio era suonato nel telefono ed io non sapevo cosa dire. E così cominciò la storia mia e della famiglia Prior Demichelis.
Era un sogno per me… non ricordo come dopo un giorno di viaggio ero a Roma. Non l’ho avevo aspettato mai. Ma ero lì, insieme con altri ragazzi paraguaiani che sicuramente come io, non sapevamo cosa potremo portare con noi dopo quella esperienza.
Arrivai a Strambino e guardai che ero in una bella casa nella cima di una colina. E guardavo tutta la città di Strambino ed un castello al di là del campo, su una montagna. Mi sono innamorato di quel paesaggio così a prima vista che mi sembrava strano che nessuno degli abitanti di Strambino si fermava nemmeno un secondo a guardare quell’immagine così bella. Ma capisco che loro non stavano lì per un paio di mesi come io.
Sono andato a scuola a Caluso, volevo studiare medicina cosicché ho fatto un indirizzo biologico sanitario. Ero molto timido (continuo ad esserlo) ma anche ho conosciuto dei ragazzi italiani che mi hanno aiutato a capire il sistema scolastico d’Italia. So che facevano il suo meglio per integrare me con loro, ma era difficile, eravamo di mondi diversi e di realtà diverse. Se avessi saputo quello che so adesso sulla vita, forse avrei cercato di avvicinarmi più a loro.
Comunque, sono stato con altri 7 ragazzi di diverse parti del mondo come io. Non so perché i miei migliori amici erano quelli delle terre più lontane dal mio paese. Naixin, una ragazza cinese così dolce, Shujian; un ragazzo cinese che mi rendo conto adesso che è stato il mio migliore amico lì. Malena di Groenlandia che era così alegre che sempre mi faceva sorridere, Anthony (USA), veramente indimenticabile; Kira(Finlandia) era molto introversa, forse era similare a me perciò che parlavamo molto bene insieme; Winnie (Faroe Island) anche uguale a me tanto che non bisognava parlare per capirci l’uno all’altro. E finalmente, Aya (Giappone) la prima migliore amica che ho conosciuto nella mia prima esperienza con l’intercultura ad Ivrea quando siamo andati al festival di Sant’Orso ad Aosta… quella amica significa molto per me perché ho imparato giapponese al suo fianco e per non perdere quella memoria ho studiato giapponese a casa per 4 anni. Tutti questi ragazzi hanno cambiato la mia vita.
Beh, dopo 6 mesi sono tornato a casa e ho cominciato a crescere come persona. All’inizio non volevo capire come la vita va cambiando continuamente e che non si ferma mai. Ero un piccolo Peter Pan che all’inizio non voleva crescere e maturare perché non sapeva quanto bene fa.
Anche se la mia vita oggi già non è come 10 anni prima… il pensiero e l’essenza di quel tempo in Italia sempre sono rimasti nel mio cuore. E per questo che ancora guardo la RAI all’ora del telegiornale o dei quiz perché a casa lo facevamo insieme ai miei genitori italiani (Papà Claudio, Mamma Ana) prima di cena. Ancora ho il telefonino in italiano anche se non lo parlo con nessuno al lavoro né a casa… Sogno con gli occhi aperti immaginando quel paesaggio che si vedeva dal balcone di casa.
Sono stato ammesso nella scuola di Medicina e sono diventato medico. Adesso devo lottare contro questa pandemia e sempre penso a tutti quelli che voglio bene. Tra quelle persone vi trovate voi e prego ogni giorno che siate bene.
Grazie a tutti voi sono quello che sono. La mia vita ha cambiato di prospettiva al conoscervi. Uno cresce in un paese e crede che la sua cultura e le sue regole sono assoluti e indiscutibili. Ma non è così. Ho aperto i miei occhi ad un mondo grande ed infinito dove dobbiamo rispettarci e difendere tutto quello che fa bene al individuo.
Perché allora devi fare uno scambio all’estero? Non per quello che diranno gli altri… Ma per quello che tu dirai dopo viverla. Tienilo in mente sempre, perché la vita ci dà delle opportunità di imparare e crescere come persona sempre. Dipende di te se trovi l’insegnamento nell’esperienza.
Giovanni M. Pitta Villasboa
San Lorenzo, Paraguay