Tanti anni fa, uscendo dal liceo Gramsci, e con la testa nelle nuvole in un piovoso pomergiggio di novembre, trovo nella panetteria sotto scuola un volantino. Pagando lo prendo e in macchina tornando a casa me lo sfoglio. Interessante, parlava di anno scolastico all’estero, progetti di scambio interculturale, crescita, esperienza, borse di studio.
Chiamo per avere informazioni…ignara che sarebbe stata una storia per tutta la vita. Ogni passo mi sembra una conquista, la coscienza di quello in cui ci stavamo imbarcando e l’emozione di essere in marcia. Le tappe si incatenano veloci: candidatura, colloqui, selezione, visita in famiglia, formazione pre partenza a Torino (Ivrea era ancora troppo piccola!) ed eccomi alla stazione di Porta Nuova, con lo zaino in spalla in attesa del treno per i 3 giorni a Roma, e da li verso l’Australia. Tutte le emozioni si mescolano, la paura, la curiosità, la timidità e il coraggio, ma soprattutto la consapevolezza che da questo viaggio non si torna piu’ indietro!
Non ho piu’ visto il mondo con gli stessi occhi, più colori, più suoni, più odori, più culture. Il mondo è magico da scoprire, e per fortuna che Intercultura mi aveva fornito, attraverso tutto il percorso di formazione, gli occhiali giusti per guardarlo e capirlo. Occhiali per non giudicare, occhiali per osservare, occhiali per decorticare, occhiali per adattarsi, occhiali per diventare cittadino del mondo. Mi sento una privilegiata ad aver potuto fare questa esperienza, ad avere una seconda famiglia in Australia, ad aver imparato una prima nuova lingua, ad aver vissuto a un nuovo ritmo, ad aver creato dei legami che attraversano i continenti…e i decenni!
Intercultura. Una storia per tutta la vita.
Al ritorno mi sono imbarcata in una nuova avventura per 10 anni: volontaria nel centro locale e a livello nazonale. E’ stato interessantissimo e passionante ritrovarsi con altri ragazzi che avevano fatto la mia stessa esperienza, in anni diversi, in posti diversi. Quello che mi è rimasto soprattutto sono stati i momenti dove ho accompagnato i ragazzi stranieri accolti a Ivrea e i giovani canavesani in partenza, ma anche tutte le loro famiglie, a vivere al massimo e al meglio questa avventura. Gli incontri a livello locale, regionale e nazionale sono sempre stati dei momenti di divertimento e crescita per me. L’esperienza di volontaria è stata altrettanto formatrice e passionante che i 6 mesi all’estero, e ho imparato soprattutto a trasmettere gli occhiali dell’interculturalità.
Intercultura. Una storia per tutta la vita.
Dopo aver avuto 3 figli, incomincia la vita da espatriata, in famiglia, nella cooperazione internazionale: America Latina, Mali, Congo, Kenya, Tunisia e poi chissà. Paesi nuovi, culture nuove, odori nuovi, colleghi nazionali e internazionali, compagni di classe di tutto il mondo…per fortuna i miei occhiali interculturali sono ben rodati. E per fortuna ho integrato la curva di adattamento, l’iceberg della cultura, la margherita dell’identità, gli esercizi sulla comunicazione. Ho dovuto fabbricarmi dei piccoli occhiali per equipaggiare anche i miei bimbi, volendo che questa vita non sia per loro solo un muoversi da un posto all’altro parlando lingue diverse, ma che sia una reale opportunità di crescita (e per fortuna che anche i nonni, dopo gli anni da volontari o volontarizzati con Intercultura, sono ben attrezzati!).
Intercultura. Una storia per tutta la vita.
Mia figlia piu’ grande ha 15 anni, incomincia a informarsi per i programmi all’estero. Mamma, pensi che sia meglio fare un anno o sei mesi? dove pensi che sia meglio andare? Ma io, quale cultura rappresento? Ma e’ meglio in America Latina o in Asia? Ma possiamo ospitare?
Certo. Inizia una nuova fase, per la quale non sono ancora proprio pronta. Cosa vuol dire essere mamma inviante? e mamma ospitante? Quale centro locale? Ma si troverà bene? Ma sarà pronta? Pero’ so che è una bella avventura. Dopo tanti anni in giro per l’Africa, vivendo in un ambiente multiculturale, che buffo sentirsi quasi disarmata. Mi rimangono i miei occhiali, ma forse è il momento di revisionarli un po’ per questa nuova esperienza: confido nei giovani volontari motivati e formati che ci aiuteranno in questa tappa!
Intercultura. Una storia per tutta la vita.
E chi l’avrebbe mai detto, quel giorno piovoso di novembre, che quel volantino mi avrebbe accompagnato per tutta la vita?