Non avrei mai pensato, nel lontano ottobre del 1973, che una innocente frase potesse incidere così profondamente sulla vita di tutta la nostra famiglia. “Mamma, oggi a scuola è passata Cristina e ci ha parlato della possibilità di fare la quarta all’estero, negli Stati Uniti. Mamma, cosa ne pensi?”. “Davvero una bella possibilità”, la mia risposta, sicura che oltre a quello non saremmo andati. Beh, non è andata così, ed a vederla 50 anni dopo, il mondo si è spalancato davanti a noi quel giorno.
Gloria è partita a fine luglio 1974, tra lacrime, gioia, preoccupazioni, orgoglio, curiosità, smarrimento, tutti consci dell’estrema opportunità che veniva offerta non solo a lei, ma a noi tutti.
Si può dire che da allora è cambiato il concetto di famiglia, che all’improvviso era diventata più grande anche se lontana! Non ci sono parole che possano descrivere le emozioni provate nei mesi e soprattutto negli anni a seguire, quando abbiamo avuto la possibilità di incontrare persone con cui il dialogo poteva sembrare difficile, non parlando la stessa lingua, ma che si è rivelato facile e fluido. Sentirsi dire da Joyce ed Hermen che loro consideravano nostra figlia anche loro figlia, chiedendoci peraltro l’assenso, non ha fatto altro che stabilire un rapporto di fratellanza ed amicizia che mai avrei pensato possibile. Nel corso degli anni ci siamo incontrati spesso, e si può dire che l’affetto è cresciuto a pari passo del reciproco rispetto e considerazione. Le opportunità di crescita rappresentate da visite di amici , compagni di scuola, famigliari sono state innumerevoli. Io stessa ho avuto modo di confrontarmi con la realtà statunitense molte volte, cercando di capirne le dinamiche. Su tutto direi che prevale un curioso rispetto, un desiderio di comprendere, di vivere realtà diverse.
Da mamma sono poi diventata nonna, quando entrambi i miei figli, Gloria e Guido, hanno ospitato a loro volta, e nelle nostre vite sono entrati Katya, Aya e Kong, da Paesi lontani e di cui poco si conosceva se non per sentito dire. Ed è stato incredibile imparare tanto sulla Russia, il Giappone e la Tailandia attraverso i loro racconti ed ancora più dai loro atteggiamenti. Mio nipote Gregorio è partito per la Russia, e Katya, da brava cugina, ne ha seguito l’esperienza, dando a tutti noi un senso di tranquillità.
Ora sono una bisnonna, e tutti i miei piccoli vivono all’estero: Alicia e Davide, i nipoti di Gloria, vivono in Spagna, Vladimir in Russia, Akito e Arisa in Giappone. Ed io ho un sogno, vederli giocare tutti insieme.
Grazie Intercultura per tutte queste grandi incredibili emozioni.
Vanda