Gioia, entusiasmo, emozione ed un grande senso di responsabilità hanno accompagnato l’accettazione alla carica di Presidente del centro locale: ricevevo il testimone da Isa, che nel quinquennio precedente aveva guidato il nostro centro locale.
Lavorare con un gruppo affiatato è sicuramente un vantaggio senza pari, e la lunga esperienza di tanti volontari non poteva che agevolare il mio lavoro.
Le idee non mi sono mai mancate, sin da quando sono rientrata a lavorare nell’associazione alla fine degli anni novanta: a volte vedevo chiaramente la perplessità di fronte a proposte che sembravano anche un po’ bislacche, ma devo dire che nel corso degli anni ho avuto il piacere di vederle poi realizzate (le gite a Disneyland, i contatti con la Fondazione Guelpa o altre realtà imprenditoriali, il libro dei ricordi in occasione dei 100 anni di Afs o la festa di compleanno per il nostro centro locale, tanto per dirne qualcuna), con il coinvolgimento attivo e via via sempre più convinto degli altri volontari.
Il periodo più complesso:
Nessuno di noi si immaginava cosa stava per capitare, quel settembre del 2019: i ragazzi erano partiti e si stavano ambientando bene nei diversi Paesi, i nostri studenti stranieri stavano adattandosi alla nuova vita italiana. Nel corso delle settimane successive, la presentazione dei programmi, le selezioni, le visite in famiglia, la graduatoria… insomma le attività che oserei definire curriculari per ogni centro locale. E poi, ecco arrivare febbraio 2020 e tutto all’improvviso cambia, fin quasi a sprofondare in un mondo sconosciuto ed in un certo qual senso neppure troppo amico!
Difficile mantenere l’entusiasmo nel vedere i ragazzi ritornare dall’estero o a casa nei loro diversi Paesi, sogni interrotti a metà, esperienze rimaste monche a causa della pandemia. L’incertezza dei programmi nei mesi successivi, qualche rara partenza, qualche arrivo, le scuole che funzionanti a singhiozzo, incontri in persona sconsigliati, con l’assoluta necessità, però, di non perdere l’attenzione del gruppo sui programmi e sulle motivazioni del nostro essere volontari.
Ringrazio tantissimo le nuove tecnologie, che ci hanno permesso di vivere quei terribili due anni: siamo diventati bravissimi ad utilizzare whatsApp, google meet, zoom, sempre però con quel senso di incompiuto, di qualcosa che mancava. Ed allora, via alle iniziative! Formazione online per studenti e famiglie, incontri di centro locale, persino il taglio del panettone col brindisi di buon Natale, presentazioni dei propri Paesi da parte dei ragazzi stranieri: tutte le occasioni erano buone per collegarsi, per non perdere i contatti ed il piacere di stare insieme, anche se a distanza. Ho sentito molto forte la responsabilità del tenere insieme al
gruppo, di creare delle opportunità per non perdersi e disperdere decine di anni di attività e competenze!
Sono orgogliosa di poter dire che il risultato raggiunto è stato decisamente buono, e che tutti insieme siamo stati capaci di mantenere coeso e pronto a ripartire l’intero gruppo!
Le attività sono riprese, prima timidamente, poi sempre con maggiore convinzione, inutile dire che il mantra ENTUSIASMO!, mai realmente sopito, sia di colpo risuonato con forza in ogni incontro, in ogni attività!
Ho ripreso con convinzione alcune attività, quali la ricerca fondi, ed i nostri sforzi sono stati premiati: abbiamo così iniziato una collaborazione, per ora triennale, con la Ergotech, che ci garantisce un importante contributo per una borsa di studio, così come nel passato era stata la Fondazione Guelpa e l’AEG a dare un aiuto a studenti bravi e motivati.
Non ho mai cessato di credere nella collaborazione con gli enti locali, anche quando le condizioni sembravano difficili: la Città di Ivrea ha sempre dato il patrocinio alle nostre attività e stiamo ora per definire alcune attività comuni e la concessione di spazi.
Ritengo importante anche la collaborazione con altre associazioni ed enti del territorio, questo in prosecuzione di quanti mi hanno preceduto: sentiamo lo Zac come la nostra casa, per indicare una realtà che non può che essere punto di riferimento ed orgoglio per l’eporediese.
Un altro fiore all’occhiello di questi anni non facili è stato l’attivo coinvolgimento di nuovi volontari, anche giovani alle prime esperienze, di cui ho sempre incoraggiato la partecipazione a seminari ed attività nazionali, e sicuramente è stata una emozionante gioia vedere alcuni ex studenti partiti dal nostro centro locale nei primi anni riavvicinarsi all’associazione!
Mi era posta, alcuni anni fa, dei limiti temporali al mio impegno in Intercultura, pensando che la presidenza potesse essere il culmine del mio percorso: mi sto accorgendo che di sicuro non ne rappresenterà la fine; entusiasmo, interesse, impegno sicuramente non mancano e quindi…..
Gloria