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Ho sempre sentito dire che le arance sono uno dei simboli dell’Italia, soprattutto dell’Italia meridionale e anche della Sicilia.

Si, le arance sono consumate in tante parti del mondo, ma la guerra, anzi, la Battaglia delle arance dovrebbe essere qualcosa veramente di molto particolare, che si può vedere solo in Italia a IVREA!

Dal 3 al 5 febbraio 2008 il gruppo dei ragazzi di Reggio Emilia ha visitato la piccola città piemontese nel periodo del Carnevale e ha partecipato alla Battaglia delle arance.

Abbiamo passato questi tre giorni in un ambiente completamente nuovo, con le famiglie ospitante prima sconosciute, abbiamo avuto la possibilità di godere i paesaggi tipici piemontesi, con le montagne e i laghi.

Ma soprattutto in questi giorni indimenticabili abbiamo avuto l’opportunità di partecipare alla Battaglia delle arance: ognuno di noi “ha preso aranciata in faccia e ha sporcato la divisa con un po” di fresca spremuta”, come hanno detto i miei compagni di classe.

Ho scoperto la sfilata notturna del Carnevale di Santhià (VC), e la fagiolata, con la pentola coperta in mezzo alla Piazza del Mercato, dove tutti potevano gratuitamente mangiare una sorta di zuppa con dei fagioli e le salsicce.

Una cosa non molto positiva è stato il tempo. I primi due giorni pioveva a orci, però il giorno finale il tempo era sorprendente magnifico.

Che cosa è la Battaglia delle arance? Ho scoperto che è una cosa “logica”. Ci sono vari gruppi a piedi di persone, ogni gruppo è caratterizzato dalla sua divisa. Per esempio, mi hanno prestato la divisa delle Picche. Poi ci sono i carri, una “carrozza” guidata dei cavalli mascherati. E questi carri, con le persone sopra, girano tutte le piazze d’Ivrea e tirano le arance giù, in mezzo alla gente vicino al carro. Ma a volte si corre il rischio di prendere un colpo della arancia, anche chi sta solo osservando la scena.

I ragazzi Intercultura, quelli provenienti dai paesi nordici, erano molto stupiti che le arance fossero utilizzate cosi, perché nella loro cultura un’arancia è considerato il prodotto per eccellenza.
Ma questa affermazione non ha lo scopo di criticare la tradizione, anzi, abbiamo capito la “differenza nelle radici” tra le varie culture.

A parte questo, la guerra delle arance è veramente divertente. Qualcuno aveva coraggio di venire sotto il carro, qualcuno ha tirato qualche arance dalla distanza lunga, qualcuno solo guardava. Molti di noi avevano la divisa, prestata dalle famiglie ospitanti. In qualche modo abbiamo partecipato tutti e adesso conosciamo ancora una sfaccettatura della cultura e mentalità italiana.

Nel terzo giorno, Martedì Grasso, sono arrivati gli studenti degli altri centri locali. Per noi il centro locale di ivrea ha organizzato la visita guidata del centro storico, per fare idea della città piemontese, e il pomeriggio era dedicato alla celebre Battaglia delle arance.

Anche la città di Ivrea è molto carina, circondata dalle varie montagne (si poteva vedere la neve sulle cime) e di 5 laghi.

Si sente subito la differenza tra Reggio Emilia, dove sono in programma Intercultura
per un anno, e Ivrea. Reggio Emilia è una città in mezzo alla Pianura Padana, e Ivrea, una città in mezzo alle montagne. Molti di noi hanno colto anche la differenza delle due città del punto di vista linguistico: ci prendevano un po in giro per l’accento tipico emiliano!

Questi tre giorni sempre rimarranno nella nostra memoria e quasi tutti vorrebbero tornare! L’anno prossimo. Forse.

Eugenia Filippova RUSSIA
(Centro locale di Reggio Emilia).
Febbraio 2008

 


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